Nobili contraddizioni by Francesca Sgorbati Bosi;

Nobili contraddizioni by Francesca Sgorbati Bosi;

autore:Francesca Sgorbati Bosi; [Sgorbati Bosi, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838945458
editore: edigita
pubblicato: 2023-04-18T00:00:00+00:00


XXV

Sul Continente1

«Il viaggiatore inglese, quando si imbarca per il Continente, deve rinunciare alle comodità di cui gode in patria».2 Purtroppo non rinunciava con altrettanta prontezza ai suoi pregiudizi e non si mostrava affatto adattabile. Difficile da accontentare, non lesinava critiche e giudizi sferzanti ma, dato che spesso parlava solo in inglese e frequentava esclusivamente compatrioti, gli stranieri non lo capivano. Temeva di fare figuracce parlando in francese o in italiano, quindi passava per taciturno e riflessivo, e non cercava di mostrare il lato migliore di sé con chi non avrebbe rivisto mai più. Di conseguenza, gli stranieri trovavano che gli inglesi fossero molto più simpatici in Inghilterra che all’estero.

I primi contatti con i continentali potevano essere sgradevoli ma istruttivi. Degli olandesi si lodava l’estrema pulizia e l’organizzazione, ma si disprezzava l’avidità e la doppiezza. Pare che un locandiere di Helvoetsluys avesse chiesto a re Giorgio I 200 guilder per tre uova: «Sono dunque così rare le uova, qui?». «No, sono rari i re», rispose con una punta di orgoglio l’oste. Per questo negli alberghi olandesi era bene stabilire subito il prezzo di ogni cosa (camera, riscaldamento, pasti) per non essere spennati al momento della partenza. Le locande francesi invece offrivano cibi e vini migliori di quelle inglesi ma quanto a pulizia, qualità degli arredi e comfort erano decisamente inferiori, a detta dei viaggiatori inglesi.

Era bene armarsi di santa pazienza per la burocrazia che regnava in tutta Europa. Per entrare e uscire da ogni città francese di frontiera era necessario un documento di nulla osta rilasciato dalle autorità cittadine, e bisognava esibire il passaporto anche per prendere le carrozze di posta. A Calais, con la scusa di dare ai viaggiatori un facchino che li aiutasse per il trasporto dei bagagli e il disbrigo di tutte le necessità burocratiche, si era sorvegliati fino al momento della partenza. I doganieri perquisivano continuamente i bagagli, ed era meglio esigere che si perquisisse un solo bagaglio per volta, per tenerli bene d’occhio ed evitare che qualcosa sparisse. Una mancia presentata con discrezione evitava la perquisizione. Superato questo scoglio, il primo impegno di viaggio era cercare di restare in buona salute perché, in caso di morte, se non si era scozzesi o svizzeri, tutti i beni che il defunto aveva con sé passavano alla Corona, anche se era lì presente un erede legittimo.

A Calais si poteva acquistare una carrozza a prezzo ragionevole, perché molti viaggiatori di ritorno in patria le vendevano di seconda mano. Era una soluzione più vantaggiosa che affittarla dal servizio nazionale francese (Messageries royales), che gestiva i mezzi di trasporto su strada in regime di monopolio e aveva pretese assurde. Ad esempio, se si faceva una tratta con la carrozza di posta poi si doveva continuare con lo stesso sistema oppure, se si voleva cambiare tipo di trasporto, si era obbligati a una sosta di ben tre giorni prima di ripartire. Con una carrozza propria, oltre a partire quando si voleva, si evitava anche il rischio di vedere i propri bagagli lasciati a terra, come poteva accadere quando la carrozza di posta era troppo carica.



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